Tra il credere che le smart drugs possano cambiarci la vita in modo eccezionale e pensare che siano sostanze che danno unicamente dipendenza, probabilmente la verità sta nel mezzo.
Secondo la legge di Yerkes-Dodson, uno stato di eccitazione e stress aiuta a concentrarsi sul proprio obiettivo, ma un’eccessiva tensione causa l’effetto contrario, aumentando il livello di ansia e innescando effetti collaterali.
Entrando nello specifico, una sostanza di uso comune come la caffeina può sicuramente aiutare nel focus se assunta in dosi moderate e ciclicamente, alternando periodi di utilizzo a periodi di astinenza (ad esempio alternanza di una settimana) in modo da trarne il massimo dei benefici. Il sovradosaggio invece può fare male e causare problemi intestinali. Lo stesso vale per la creatina, utilizzata per migliorare le prestazione fisica, che andrebbe assunta con lo stesso principio.
La prima cosa da valutare è il proprio status psico-fisico: per una persona ansiosa, con elevato livello di stress, la caffeina ad esempio non è la risposta giusta. Se si hanno dei dubbi sull’assunzione, soprattutto a livello di mix con più sostanze, la soluzione migliore è consultare un medico.
Da una cosa non si può in ogni caso prescindere: il sonno. Un riposo di 7-9 ore non può essere sostituito da nessun prodotto, e un buon sonno è la base per far sì che integratori o smart drugs diventino davvero efficaci.